Un San Valentino tutto natura e coccole alla Caremma
Una festa degli innamorati diversa, immersi nel relax della valle del Ticino e accuditi dai pacchetti appositamente preparati dal nostro valido staff.
Il fine settimana dal 12 al 14 febbraio, da noi alla Caremma, sarà nel segno di Cupido. Varie e molto assortite, come al solito, le proposte per i nostri affezionati clienti ma anche per chi non conosce ancora il nostro agriturismo e Nature Spa. Col pacchetto Dolce Mattina, prenotabile sia sabato 13 che domenica 14, ingresso nel centro benessere alle 10 seguito da un pranzo con le specialità della nostra cucina, al prezzo di 80 euro (bevande escluse). Possibilità di entrare nella Nature Spa anche alle 17.30 della domenica, facendo seguire la cena, al prezzo di 85 euro. A entrambi i pacchetti possono essere aggiunti massaggi da effettuarsi in coppia.
Per gli Innamorati in Cascina sarà invece possibile arrivare il sabato, cenare, pernottare nelle nostre stanze e risvegliarsi con le marmellate e i prodotti del nostro agriturismo, al costo di 120 euro a persona. Da ultimo l’Amore in Campagna: due pernottamenti, cene e colazioni, massaggi e ingresso nella Nature Spa al costo di 295 euro a persona. La cena di San Valentino, domenica 14, sarà invece offerta al prezzo di 40 euro bevande escluse.
Informazioni sul sito www.caremma.com, oppure al numero di telefono 029050020.
Cascina Caremma agli Stati Generali dell’Est Ticino in vista di Expo 2015
Condividere, proporre e partecipare. Sono queste le parole che caratterizzano gli Stati Generali Est Ticino Expo 2015, fissati per il 23 gennaio all’abbazia di Morimondo ed al quale è stato invitato a partecipare - in veste di relatore - Gabriele Corti, fondatore di cascina Caremma.
Un’iniziativa promossa dal Centro Studi John F. Kennedy di Magenta e dalla rivista I Quaderni del Ticino di concerto con le istituzioni e le realtà sociali locali per stimolare le comunità dell’Est Ticino a vivere da protagoniste “l’avventura dell’Expo”, valorizzando i progetti che riguardano i propri territori e per stimolarne di nuovi.
L’Est Ticino, infatti, per i suoi ambienti naturali e la forte presenza dell’agricoltura, per le sue capacità imprenditoriali e professionali, ma anche per il rapporto che lo lega alla grande città, costituirà uno dei banchi di prova della capacità o meno dell’Expo di rendere concreto e credibile il proprio messaggio.
Ma questo richiede la disponibilità delle comunità locali e delle istituzioni che le governano ad elaborare progetti idonei per trasferire il tema dell’esposizione all’interno di un territorio ed un’economia sostenibile, fondata su ricerca, innovazione e cooperazione. Un’occasione per il territorio per ridefinire una propria identità e per le istituzioni per ripensare il rapporto tra città e campagna all’insegna di nuovi equilibri, coerenti con le nuove esigenze economiche e sociali delle nostre popolazioni.
La scelta di tenere gli Stati Generali dell’Est Ticino nell’Abbazia di Morimondo, luogo di grande e antica tradizione spirituale ed agricola, scelto dai padri fondatori per la sua ricchezza di acque e di legname e divenuto per secoli eccellente esempio di insediamento rurale produttivo, risponde ad un’esigenza di riflessione più profonda sulle nostre coerenze – in quanto cittadini, consumatori, lavoratori, imprenditori, famiglie, comunità, istituzioni – in merito alle nostre azioni quotidiane e alle nostre scelte individuali e collettive. Alla manifestazione di Morimondo - patrocinata da Regione Lombardia, Expo 2015 Spa e Ersaf - seguiranno, nell’intenzione dei proponenti, altre iniziative nel percorso di avvicinamento all’Expo. Assieme a Corti sono attesi a Morimondo il Presidente di Regione Lombardia, Roberto Formigoni, il senatore Massimo Garavaglia, i consiglieri regionali Mario Sala, Sante Zuffada e Francesco Prina, il Vicepresidente della Provincia di Milano Umberto Maerna, il presidente di Ersaf Lombardia nonché sindaco di Abbiategrasso Roberto Albetti.
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CONSIGLI DI... LETTURA
In libreria arriva ‘Terra madre’, l’ultimo libro di Carlin Petrini e slow food
Un’alleanza tra produttori e consumatori, la riscoperta della sovranità alimentare e la valorizzazione delle economie locali.
Nel mezzo la ricerca del piacere “sobrio”, i mercati dei contadini, un ambizioso progetto per nutrire le metropoli con agricolture di prossimità.
Sono queste le strategie di Carlo Petrini, visionario patron di Slow Food, per “non farci mangiare dal cibo”, come recita il sotto titolo del suo ultimo libro "Terra Madre" (Giunti-Slow Food) appena approdato in libreria, e che consigliamo vivamente a tutti gli amici della Caremma di acquistare e leggere: la storia della cascina, e il modello di agricoltura cui l’azienda tende, sono i medesimi che hanno sempre distinto la storia di Petrini e Slow Food.
Crisi energetica, climatica, alimentare, finanziaria: mai come oggi il mondo ha avuto paura per il proprio futuro. Il futuro è sempre imprevedibile, ma questo senso di grande incertezza è causato dal modello di pensiero che è stato causa prima delle crisi. Un modello che ha fallito e non sa trovare soluzioni innovative al di fuori del sistema globale che ha creato. L’alternativa a un futuro di crisi deve partire dall’alimentazione: il futuro del cibo è il futuro della Terra.
Il cibo è stato snaturato fino a diventare un mero prodotto di consumo, privato dei valori profondi che ha sempre avuto, è diventato sprecabile, una merce qualsiasi, altamente insostenibile in tutte le sue fasi, dalla sua coltivazione fino all’atto di mangiare. Riscoprire la centralità del cibo nelle nostre vite e nelle nostre attività ci può aiutare a trovare una chiave interessante per immaginare un futuro migliore. Saranno i contadini a salvare il mondo, con i loro saperi, grazie alla loro estraneità con il modello di pensiero imperante, grazie al fatto che sanno lavorare in sintonia con la natura, con la madre Terra.
Dall’esperienza di Terra Madre, l’incontro mondiale delle comunità del cibo ideato da Slow Food, è nata una rete mondiale di contadini di piccola scala, di pescatori e di bravi artigiani. Loro saranno i protagonisti di una grande rivoluzione che ha come obiettivo la conquista della sovranità alimentare per tutti i popoli della Terra. Sarà un’agricoltura, come dimostrano la maggior parte degli strumenti di rilevazione, efficiente e produttiva almeno quanto l’agricoltura industriale; capace di proteggere la biodiversità e garantire il diritto all’identità culturale e indigena, alla diversità umana; in grado di creare le condizioni per lo sviluppo di un commercio volontario (cioè libero), equo, sostenibile e protetto da ogni forma di concorrenza sleale.
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